Che cos’è il cinema d’autore
Si sente spesso parlare di “cinema d’autore”, magari leggendo una critica cinematografica o la biografia di un famoso regista. Tuttavia ad oggi non c’è molta certezza riguardo a che cosa sia effettivamente il cinema d’autore, o quale siano i parametri per definirlo tale. Spesso e volentieri avviene che questo termine sia usato anche a sproposito, magari per darsi un tono, e questo di certo non aiuta a comprendere quando si possa parlare di film d’autore e, in modo più generico, di cinema d’autore.
Potremmo definire innanzitutto il cinema d’autore come l’esatto contrario del cinema commerciale. Il cinema d’autore è un cinema che non si dirige sulla base della moda e della voluttà del pubblico, ma è chiamato anche ‘cinema non commissionato’. In questo senso l’autore ha un’idea, cerca un suo finanziamento e cerca di mantenersi distante dalle logiche commerciali del cinema, senza fare influenzare le sue idee di partenza e senza piegarle alla moda del momento.
Il film d’autore è sempre un prodotto finale di eccellente qualità, dove tutto è curato nel dettaglio: la trama, i dialoghi, la scelta degli attori, la sceneggiatura, la fotografia e le musiche. Non a caso i film d’autore rimangono scolpiti nella storia per la loro bellezza, per il loro significato, e anziché essere considerati come prodotti della moda, sono prodotti eccellenti che mantengono un loro valore estetico e un significato profondo nel corso degli anni, addirittura dopo decenni.
Il Cinema d’autore secondo Cahiers du cinema
Il cinema d’autore ha comunque un riscontro storico ben preciso, la sua nascita viene attribuita ad una discussione apparsa su Cahiers du cinema (prestigiosa e storica rivista di cinema) secondo la quale venne risconosciuta al regista del film la paternità dell’opera. Il periodo storico è indicato nel periodo tra la fine del Neorealismo italiano e la Nouvelle Vague francese.
Registi italiani di cinema d’autore sono: Monicelli, Fellini, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini.
Registi stranieri di cinema d’autore sono: David Lynch, Woody Allen, Charlie Chaplin, Quentin Tarantino, Wilm Wenders, Terry Gilliam, Gillermo del Toro, Francois Truffaut.
Le diverse definizioni di “cinema d’autore”
Oggi come oggi però il termine ‘cinema d’autore’ può essere riferito a molti film diversi. Ad esempio non è raro sentire parlare di cinema d’autore in relazione a film di giovanissimi registi, appena sbarcati nella professione, o film premiati a festival cinematografici internazionali.
Diventa così difficile capire se il cinema d’autore sia il cinema prodotto magari all’apice della carriera da un famoso regista, uno o due suoi film di particolare bellezza (il che non significa di particolare successo al momento della loro presentazione al pubblico, anzi non è raro che un film d’autore riceva un’accoglienza abbastanza tiepida al momento della sua uscita) o se si cataloghi in questo modo il film ‘impegnato’.
Non sono pochi a ritenere che la denominazione cinema d’autore possa essere appiccicata a film che abbiano un certo messaggio, non necessariamente positivo, il quale aiuti a decifrare lo stile e l’arte dell’autore.
Insomma, non esiste al giorno d’oggi una definizione veramente chiara ed univoca in forza della quale sia possibile chiamare un film ‘d’autore’ e ciò nonostante, ogni critico cinematografico ha una sua idea di cinema d’autore, il che spiega perché questo termine – nonostante sia abbastanza misterioso – sia ancora così diffuso nella critica e possa essere letto abbastanza spesso.
Non esistono parametri fissi in forza dei quali sia possibile parlare di cinema d’autore, però ogni critico ha una sua idea sul valore di questa affermazione. Una cosa è certa: il cinema d’autore è d’alta qualità, si usa questa definizione per riferirsi ad un’opera di un certo livello, e si tratta quindi di una definizione molto positiva e ricercata.