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Lo slip invisibile: inguria e diffamazione

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Una soubrette particolarmente famosa veniva pizzicata da un fotografo mentre attraversava una passerella. La donna veniva quindi fotografata più volte dal basso.

Una volta fatta sviluppare la pellicola, il fotografo si accorgeva che era riuscito ad immortalare gli slip della donna: e quel giorno la donna in questione indossava mutandine trasparenti.
Il direttore del giornale decideva di pubblicare le foto, anche se obiettivamente il rischio che la vittima non prendesse la cosa molto bene era piuttosto alto.
E così fu.
Cominciava una causa per ingiuria e diffamazione a carico del direttore del giornale e dell’editore dello stesso; causa che si concludeva con la condanna degli imputati sulla base di un ragionamento ben preciso.

Secondo i giudici, infatti, la pubblicazione delle foto che ritraevano la donna in slip trasparenti era da considerarsi illegittima per una serie di motivi:
– primo, le fotografie erano state scattate abusivamente e senza alcuna autorizzazione della donna;
– secondo, le fotografie in questione erano assimilabili alle immagini riproducenti la nudità, dal momento che la vittima indossava slip trasparenti. Indossando slip trasparenti nulla era lasciato all’immaginazione e quindi a maggior ragione la donna era stata diffamata dalla pubblicazione, in quanto era stata dipinta come compiacente ed ammiccante.

Questa sentenza, a mio modo di vedere, alza il velo su moltissimi retroscena che l’opinione pubblica ignora.
Quando cioè sfogliamo un giornale scandalistico e scrutiamo fotografie di personaggi più o meno famosi, dobbiamo sapere che spesso le pose sono preparate.

Spesso, cioè, è il vip a chiamare direttamente un fotografo per organizzare un finto scoop in quanto in questo modo cerca di guadagnare quella popolarità che è l’anticamera (e il “combustibile”) del successo.

Quando invece lo scoop è vero, o le fotografie che vediamo sono realmente rubate (come quelle che immortalavano le mutandine della soubrette) dobbiamo sapere che spesso il vip non sta al gioco ma fa causa al giornale; ottenendo quasi sempre il risarcimento dei danni.

Ecco perché mi viene da dire che una foto produce sempre reddito ad un personaggio famoso; quest’ultimo non guadagna solo quando è pagato per posare.
Quest’ultimo può ottenere il suo clichè anche qualche anno dopo: tramite la carta bollata.

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