Rivetti: quali e quando si usano nel campo della moda
In Italia sono tante le aziende di tipo artigianale che producono abbigliamento, scarpe, borse e i vari accessori che sono di fatto uno dei baluardi del Made in Italy. Uno degli oggetti che viene usato in varie occasioni da chi opera in questo settore è piccolo ma da non sottovalutare: il rivetto.
Sono ovviamente diversi i tipi di rivetti che si utilizzano per altri settori o anche all’interno di quello dell’abbigliamento, ma lo scopo è spesso il medesimo: unire due materiali in modo molto resistente.
I rivetti per la pelletteria
L’uso dei rivetti per cuoio è molto diffuso, li possiamo infatti trovare su borse, cinture e spesso anche in alcune tipologie di calzature. Spesso un rivetto viene utilizzato su un capo di pelletteria per fissare in maniera robusta e durevole una fibbia, un laccetto o una cerniera. In molti casi il rivetto quindi irrobustisce una cucitura sottostante, offrendo anche la possibilità di dare vita a un elemento decorativo. Su borse, cinture e fibbie in cuoio e pelle i rivetti sono ben visibili da entrambe le parti, o almeno avviene così nella maggior parte dei casi. Per questo motivo si usano rivetti che si ribattono, creando due punti di giunzione ampi, solitamente in metallo. Nonostante le innovazioni in questo settore siano molte e molto utilizzate, spesso si preferisce l’utilizzo dei rivetti perché sono molto durevoli e resistono all’utilizzo quotidiano, si possono esporre alle intemperie e sono molto facili da posizionare. Da non sottovalutare poi l’aspetto estetico, esistono infatti rivetti per il cuoio in ottone o in rame, la cui superficie rimane perfetta e impeccabile anche con il passare degli anni.
I rivetti per i tessuti
Anche se molti non sono a conoscenza dell’esistenza dei rivetti in alcuni capi di abbigliamento, in realtà chiunque ne ha visti almeno alcuni, se non addirittura li indossa quotidianamente. I rivetti sono, infatti, molto utilizzati in specifici capi di abbigliamento, soprattutto per quanto riguarda il tessuto di jeans. Sono una reminiscenza dell’utilizzo principale che si faceva un tempo di questo tessuto, che era sfruttato soprattutto per gli abiti da lavoro. Il jeans è infatti spesso e corposo, protegge il corpo dal calore e dall’eventuale contatto con detergenti e acidi deboli; anticamente era il tessuto dei pantaloni e delle giacche di chi faticava trasportando pesi al porto o di chi lavorava in fabbrica. Deriva direttamente da tale uso la presenza dei rivetti nei jeans; si utilizzano soprattutto per fissare gli angoli delle tasche, per creare piccoli occhielli molto robusti e per dare quel tocco originale ai jeans. Oggi lo scopo di rinforzare le cuciture di tasche e bordi dei jeans non è tanto utile quanto in passato; i rivetti sono però rimasti come finitura, spesso in materiale particolare come l’ottone o il rame, o anche con scritte e decorazioni di vario genere.
Rivetti o ribattini?
Di fatto i rivetti usati per cuoio, tessuti e materiali per l’abbigliamento si dovrebbero chiamare ribattini, anche se tale termine non è più molto utilizzato. Si tratta di una particolare tipologia di rivetti, che permette anche di posizionare asole e bottoni: in pratica l’elemento di fissaggio è costituito da due parti, che si uniscono con l’utilizzo di un attrezzo a percussione o di una apposita pressa. Applicando il rivetto al tessuto si deformano entrambe la parti, dando vita a un elemento che in questo caso è sia funzionale che decorativo.