Intervista

Intervista ad Angelo Cretella

Angelo Cretella, laureando in Filosofia all’Università “Federico II” di Napoli.
I suoi hobby sono molteplici, dalla chitarra alla poesia, da De Andrè a Ciaikoskij, dai libri di Kundera alla politica.
La sua carriera artistica ha inizio nel 1994 quando comincia a recitare, con successo, in teatro, dove è ancor oggi impegnato e che rappresenta la sua più grande passione.
Nel 2003 si avvicina al cinema grazie all’interpretazione nel film “Verde ma non troppo” di Michele Pagano, con il quale ha condiviso il palcoscenico numerose volte.
Nel febbraio 2004 dirige lo spot “Casca il mondo casca la terra”, interpretato da cinque bambini, che rappresentano la “pazzia” del desiderio di pace in un mondo “ragionevolmente” in guerra. Il corto ha ricevuto diversi riconoscimenti da Enti e Associazioni, tra le tante cose, è stato proiettato a Belgrado dal Children Cultural Centre, a Benevento, in occasione della giornata per la Pace e la Regione Campania l’ha voluto nel suo Archivio della Pace per i contenuti sociali dell’opera.
In cantiere c’è il suo primo lungometraggio, di cui ha scritto il soggetto e, con Michele Pagano, la sceneggiatura.

Come ti sei avvicinato al cinema?
Il mio primo amore è il teatro, ma forse il palcoscenico costituisce un limite se si vuole diffondere il più possibile un’idea, un sogno. Col cinema non è così. Una pellicola può girare il mondo più velocemente di una compagnia teatrale. Mi sono avvicinato al cinema quindi per parlare ad un pubblico più vasto senza però rinunciare a quel che di bello c’è nel teatro, ossia il rapporto di fiducia, rispetto e amicizia che legano gli attori di una compagnia. Nel corso dei miei lavori, infatti, ho sempre al mio fianco amici come Alessandro Lanciato, bravissimo Direttore della Fotografia e instancabile sostenitore di ogni progetto e Sandra Pellino che, oltre ad essere la mia compagna, è un’ottima collaboratrice ed una intransigente perfezionista.
So che stai lavorando a un progetto importante, il cui attore principale sarà il Premio David di Donatello Enesto Mahieux. Come è nata l’idea di questo film?
Non è nata da me, nel senso che io avevo il soggetto, ma pensavo di farne un cortometraggio, poi Gaetano Lampitelli, il “folle” che ha prodotto i miei lavori precedenti, mi ha convinto e spronato a trarre da quel soggetto una sceneggiatura per un lungometraggio, che poi ho realizzato con l’amico-regista Michele Pagano, grazie al quale ho potuto fare la mia prima esperienza cinematografica recitando nel suo film “Verde ma non troppo”. Alla sceneggiatura ha collaborato anche il poetico Quirino Ganzerli. Se questo film avrà successo, ma al mio produttore-pigmalione non piacciono i “se”, sarà, senza dubbio, merito di Gaetano Lampitelli.
Credi che siano importanti i festival per i giovani autori?
Fondamentali. Forse, anzi sicuramente, è l’unica occasione per i giovani di farsi conoscere ed avvicinarsi al mondo del cinema, infatti, è proprio grazie al Suessola Film Festival che ho conosciuto Ernesto Mahieux. Ritengo però che nei Festival dovrebbero trovare spazio il maggior numero di cortometraggi possibili, magari dedicando un giorno di proiezione anche a quelli non selezionati.